La accendi a occhi chiusi, senti il suo borbottio un po’ irregolare a motore freddo e subito affermi che “Sì, è proprio una Guzzi”. La V85 TT, definita dalla Casa dell’aquila come una Classic Travel Enduro, non passa inosservata, sia per linee decisamente originali e piacevoli, sia per il caratteristico “Guzzi sound” frutto dell’ottimo lavoro fatto dai tecnici di Mandello.
La protagonista del test
Oggetto del nostro touring test è la versione Travel, nata sulla base dell’affermato modello presentato a fine 2018 e arricchita di una nutrita selezione di accessori per un mototurismo avventuroso. Di serie troviamo infatti il parabrezza maggiorato del 60% rispetto all’originale, una coppia di valigie in materiale plastico con inserti in alluminio (destra da 37 litri, capace di contenere un casco integrale e sinistra da 27,5 litri), manopole riscaldate, coppia di faretti supplementari a LED e la piattaforma multimediale Moto Guzzi MIA, che permette di collegare lo smartphone al veicolo estendendo le funzioni della strumentazione.
Nuova anche l’esclusiva colorazione Sabbia Namib, con il telaio grigio abbinato al marrone chiaro opaco della carrozzeria, e i pneumatici Michelin Anakee Adventure a sottolineare il carattere avventuroso del mezzo.
Nella Val Borbera, la terra delle quattro province
Per metterla un po’ alla prova scegliamo un territorio interessante e ricco di fascino. La Val Borbera, un angolo periferico e poco noto del Piemonte, soprannominato “terra delle quattro province” per via della sua collocazione a ridosso dei territori della province di Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza. Ma non solo! Quattro sono anche le regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria): una posizione questa che le ha permesso di assorbire tradizioni, usi, costumi e dialetti differenti, creando così un mix culturale di particolare unicità.
Il tour ci permetterà di testare la V85 TT Travel nelle più variegate condizioni, dalla trasferta autostradale al dolce susseguirsi di curve, per passare a sterrati e strette strade sinuose. Per tutta la durata del test abbiamo viaggiato in coppia, ad esclusione di alcuni tratti dove abbiamo voluto verificare il comportamento dinamico da soli.
In autostrada con la Guzzi
Partiamo portando subito le ruote in autostrada: passato il casello, rampa a velocità codice e poi dentro di gas per vedere l’accelerazione. Terza, quarta, quinta e in un attimo siamo già al limite dei 130 km/h. Il cambio lavora bene e si dimostra fluido, con innesti rapidi. Il parabrezza nuovo si fa subito apprezzare per la sua eccellente protezione.
Solo la parte superiore del casco – se si superano il metro e ottanta di altezza – viene investita leggermente dal flusso d’aria. Anche le gambe, grazie alla particolare conformazione del serbatoio, sono discretamente riparate; le mani beneficiano invece dei paramani. La posizione in sella si conferma naturale, dove tutto è al posto giusto.
Viaggiando in autostrada a velocità codice il motore frulla a circa cinquemila giri minuto con un ottimo valore di coppia. Per essere pignoli… si avverte qualche vibrazione sulle pedane, ma bisogna ricordare che siamo pur sempre a cavallo di una Moto Guzzi: le sane vibrazioni fanno parte del DNA.
Nella terra di mezzo
Le dotazioni della Travel non pregiudicano la stabilità, davvero ottima anche viaggiando in coppia. Un tratto di Serravalle è quello che ci vuole per vedere il comportamento sui curvoni veloci, così proseguiamo all’uscita di Vignole fino a Ronco: niente, non succede niente… la metti nella curva e lei ci sta, comunque pronta a eventuali correzioni di traiettoria e senza scomporsi in piega sui giunti. Torniamo a Vignole, imbocco della Val Borbera, percorrendo la statale.
Siamo nella classica “terra di mezzo”, crocevia di genti, popoli e culture. Un tempo, grazie alla sua strategica posizione geografica sulla via del sale, era piuttosto popolata mentre oggi la presenza umana è drasticamente rarefatta. In contrasto con questo fenomeno, le attività agricole del territorio stanno conoscendo un periodo di leggera ripresa, con interessanti realtà legate al mondo vitivinicolo, ai caseifici e quindi all’allevamento di bestiame.
Fra vini e formaggi, alla scoperta del Timorasso
A proposito di vino, in questa zona si coltiva il Timorasso, un vitigno autoctono meritevole di un “approfondimento”. Sarà proprio questa la motivazione per la nostra prima sosta alla Cantina “Ezio Poggio” a Vignole. Fondata alla fine degli anni Cinquanta, è arrivata oggi alla terza generazione, condotta dai fratelli Ezio, enologo, e Mary, farmacista riconvertita all’attività di famiglia. Oltre al rosso Caespes, a base di barbera e bonarda, l’eccellenza è il Timorasso: dal Caespes bianco, all’ottimo Archetipo, vera espressione del territorio disponibile anche in bottiglie d’annata, per concludere con la perla Lüsarein, spumante fermentato in autoclave e con “Ezio Poggio Metodo Classico”.
La degustazione ha confermato quanto di buono si era intuito nella splendida passione di Ezio e Mary, per cui è inevitabile l’acquisto di alcune bottiglie. Scontata la domanda dei fratelli: “Ma siete in moto?!” – “Non si preoccupi, due confezioni da tre sono perfette”.
Le borse della nostra V85 TT Travel, specialmente quella più grande di destra, oltre a contenere un casco integrale, grazie alla sua capacità di 37 litri può contenere comodamente sei bottiglie di vino.
Torniamo in sella anche se solo per poche centinaia di metri. Il formaggio Montebore che ci ha accompagnato nella degustazione in cantina era troppo buono e non potevamo resistere all’idea di portarcene a casa un assaggio. Poco prima del ponte sul torrente Borbera si trova il “Borber’Eat”, vero e proprio negozio gastronomico oltre che punto vendita dell’Azienda Agricola Vallenostra: prodotti locali e specialità del territorio come le pizze in pala, le paste fresche, il pane e la focaccia sfornati ogni giorno.
Oltre al superlativo Montebore, ci regaliamo un altro souvenir caratteristico: il formaggio Mollana della Val Borbera, a latte crudo vaccino, disponibile sia nella versione fresca, a pasta molle priva di crosta, che stagionata, a pasta morbida con sottile crosta leggermente fiorita bianca.
La strada dei sogni
Da qui ci attende un tratto di strada super! Una decina di chilometri di quelli che vorresti avere sempre davanti alla tua ruota. Ci troviamo nelle Strette, sito di interesse comunitario inserito nella rete di Natura 2.000. Sono profonde gole scavate nel corso dei millenni dal torrente Borbera, affluente dello Scrivia, nel tratto da Pertuso a Persi.
Un ambiente unico, dove imponenti muraglioni si alternano a pozze in cui è possibile fare un rinfrescante bagno; una sorta di canyon dall’atmosfera fatata, con le pareti rocciose dalle forme arrotondate che si inseguono all’orizzonte e la nostra moto che avanza inesorabile in una fantastica danza di curve. “Pane” per le ruote della V85 TT Travel, che fa emergere l’ottima ciclistica e ne confermano l’azzeccata posizione di guida.
Al termine delle Strette, d’obbligo una sosta nel punto panoramico con la vista del caratteristico ponte in legno. Pochi metri più avanti svoltiamo a sinistra, saliamo rapidamente di quota ed eccoci in un altro posto incantevole: siamo nei vigneti della cantina Ezio Poggio, affacciati su di una panoramica vista della valle semplicemente spettacolare. Volendo è possibile una piacevole escursione a piedi alla Madonna di Rivarossa, luogo isolato nei suoi silenzi.
Il carattere del bicilindrico tra le curve
Proseguendo, una strada un po’ stretta e accidentata con tratto finale “bianco”, ci porta al piccolo borgo di Costa Merlassino, da dove attraversiamo un solare altopiano prima di scendere nuovamente nel fondovalle; in alternativa, si può tornare indietro al vigneto e proseguire per l’alta valle. Cantalupo Ligure, Albera Ligure, Cabella Ligure… i nomi dei paesi parlano chiaro: pur essendo in Piemonte, storicamente siamo in territori legati alla Repubblica di Genova, tanto è vero che la parlata è molto simile al genovese.
Giunti a Cabella prendiamo a sinistra per Pobbio, dove un serpentone di curve ci porterà oltre i mille metri di quota del piccolo borgo. Una volta percorso questo tratto di strada ci siamo fatti le idee chiare sul motore di questo modello. L’impressione è tutto sommato positiva, il bicilindrico è decisamente elastico, “pacioso” in basso fino a poco prima dei quattromila giri per manifestare un’inaspettata grinta da qui in avanti, regalando un piacevole brio nel salire fino agli ottomila. La coppia massima è di 80 Nm espressi a 5.000 giri/min ma con il 90% della coppia disponibile già a 3.750 giri/min.
In sesta riprende tranquillamente senza strappi da 50 km/h mentre siamo intorno ai duemila giri, anche se la spinta in questo frangente non è propriamente entusiasmante; bisogna aspettare l’avvicinarsi dei quattromila per avere più corposità. Questa “pacatezza” si sente in particolare in salita, situazione in cui, a maggior ragione viaggiando in coppia, bisogna scalare una marcia per sentire la forza del motore di Mandello. È la volta di testare la Classic Travel Enduro su un percorso sterrato.
La Guzzi V85 TT si sporca di fango
La dotazione prevede uno pneumatico anteriore 110/80 – R19” e uno pneumatico posteriore 150/70 – R17, entrambi con camera d’aria – peccato – e monta i Michelin Anakee Adventure, leggermente più tassellati della versione base. Tre le differenti modalità di guida: Strada, Pioggia e Off-road. A ciascuna corrisponde una differente mappa del motore e una differente taratura del controllo di trazione MGCT – escludibile – e dell’ABS, oltre a una diversa risposta del comando dell’acceleratore Ride-by-Wire.
I sette chilometri in off che abbiamo percorso per raggiungere l’Agriturismo “Alta Valle” a Piuzzo sono piuttosto impegnativi e richiedono un po’ di esperienza. Consigliamo l’utilizzo di almeno un enduro stradale e attenzione alle piogge, anche se cadute nei giorni precedenti al passaggio. Per chi non se la sentisse, è sufficiente tornare a Cabella e poco oltre il paese svoltare a sinistra per Piuzzo.
L’elasticità del bicilindrico aiuta nel fuoristrada
Messe le ruote sul brecciolino, lasciamo volutamente la modalità Strada fino alla prima salita impegnativa con fondo smosso, dove ecco mancare la trazione. Prontamente commutiamo in Off-road e la situazione si stabilizza. Il passo, viaggiando in coppia, è tranquillo ma il motore risponde bene alle varie sollecitazioni e le sospensioni fanno un eccellente lavoro, pur non disponendo di un’elevatissima escursione (170 mm sia all’anteriore che al posteriore).
Proviamo un tratto da soli per vedere come si va con la guida in piedi: la posizione è buona, le gambe hanno il loro spazio, il manubrio si trova nel posto giusto e la Travel si destreggia bene, disimpegnandosi anche da situazioni critiche a livello di trazione. La trasmissione a cardano non soffre dell’on-off del gas, ma risulta sempre morbida e progressiva. Recuperiamo la zavorrina e in assetto completo, con tanto di borse il cui ingombro laterale è limitato a soli 928 mm, raggiungiamo l’agriturismo per una gustosa cena e un meritato riposo.
A mille metri, sotto al monte Ebro
L’Agriturismo “Alta Valle” sorge a circa mille metri di quota in località Piuzzo di Cabella Ligure, un piccolo borgo sotto il monte Ebro che passa dalle duecento anime in estate a dieci in inverno. L’azienda nasce nel 2000 con la volontà di recuperare territori marginali ed evitare il diffuso spopolamento di queste zone difficili, oltre a raccogliere la sfida di mettersi in gioco con la ristorazione e l’ospitalità. L’azienda alleva suini di razza Cinta senese, praticamente allo stato brado, animali da cortile e bovini di razza piemontese oltre alla coltivazione di patate e foraggi.
In un ambiente piacevole e familiare possiamo gustare i sapori di una cucina piemontese e ligure con l’utilizzo di materie prime dell’azienda o comunque del territorio: per il servizio ristorazione si può utilizzare la bella sala, la terrazza con vista, la rustica taverna o il giardino all’aperto.
Parola al passeggero
Durante il pranzo si chiacchiera raccogliendo un po’ di impressioni sul mezzo. Anche lato passeggero, il giudizio positivo sulla V85 TT Travel viene confermato: la posizione è confortevole, ampio lo spazio per la seduta con le pedane ben collocate. Pur senza il bauletto posteriore, l’ancoraggio è stato buono grazie alle comode maniglie, anche nel tratto sterrato pieno di inevitabili sobbalzi. Valido anche il comparto sospensioni così come la protezione dall’aria. I percorsi con le curve come alle Strette sono entusiasmanti, anche stando dietro senti la moto stabile e ti gusti il paesaggio come non mai.
La discesa, Touring test per i freni
Con il cielo terso della mattina si riparte affrontando la bella discesa che ci riporta nel fondovalle: la frenata è potente e modulabile, capace di offrire anche a pieno carico garanzia e sicurezza. Passiamo da Teo, piccolo abitato che diede i natali alla nonna di Papa Francesco, mentre ci dirigiamo verso l’alta Val Borbera, con le sue vette comprese tra i millecinquecento e i millesettecento metri di altitudine. Capanne di Cosola, punto di incontro ideale delle quattro province, è la meta finale del nostro tour.
Il crinale raggiunge da un lato i Monti Ebro e Chiappo, interessante Zona di Protezione Speciale con praterie sommitali un tempo attraversate da percorsi seguiti già in epoca romana e medievale. Dall’altro lato, il crinale arriva fino al monte Carmo, offrendo notevoli viste sulla cerchia alpina, appenninica e sul Mar Ligure.
Per raggiungerlo si percorrono una ventina di chilometri tutti curve, con la carreggiata sufficientemente larga per non stare troppo in apprensione nel nostro cullarci in sella alla Guzzona. Oltre all’aquila dallo sguardo fiero sul serbatoio, scrutando il cielo si possono scorgere il gheppio che mostra la sua peculiare tecnica di volo chiamata “spirito santo”, il falco pecchiaiolo e – raramente – anche l’aquila reale. Da Capanne di Cosola, per gli amanti dell’escursionismo, parte una piacevole camminata che porta al monte Chiappo in poco più di un’ora; da qui si può poi proseguire raggiungendo il vicino monte Ebro.
Guzzi V85 TT, maestra di equilibrio
Il nostro tour in Val Borbera si conclude confermando le innumerevoli sensazioni positive che la Moto Guzzi V85 TT Travel è stata in grado di trasmetterci. Una moto equilibrata, facile da guidare e comoda anche nell’utilizzo in coppia. Validi anche i consumi, con valori di poco superiori ai 20 km/lt e un’autonomia complessiva di circa quattrocento chilometri. Una lode anche all’impianto di illuminazione che ha reso ancor più sicuro il rientro in notturna grazie, soprattutto, ai faretti supplementari a LED di serie.